Giardini pensili in spessori contenuti: il metodo Poliflor

Le piante nel contesto urbano

Che si tratti di progettare tetti verdi o giardini verticali, per portare le piante nell’ambiente urbano si deve avere in mente il comportamento delle piante nell’ambiente naturale, soprattutto in condizioni di stress estremo.

Le alte temperature delle metropoli e la necessità di avere sistemi leggeri e in spessori contenuti (per rispettare problemi di carico degli edifici) sono infatti fattori condizionanti per qualsiasi sistema di pareti vegetali o giardini pensili.

La resilienza delle piante

L’osservazione diretta della macchia mediterranea ci mostra che le piante riescono ad adattarsi facilmente a condizioni avverse: la struttura fisica in cui esse sopravvivono consiste di substrati estremamente superficiali (senza profondità di terreno), poca sostanza organica ed enorme quantità di pietra.
L’elemento pietra in particolare risulta fondamentale poichè genera l’effetto condensa che le piante riescono a sfruttare durante le ore notturne.

Le piante della macchia mediterranea sono un perfetto esempio della capacità di adattamento delle piante.

La macchia mediterranea

Il substrato come volume abitabile

Un’altro aspetto molto importante per il nostro metodo di fare verde verticale e verde pensile, è la considerazione che le piante non necessitano per forza di terreno profondo per vegetare.
Le piante hanno invece bisogno di un volume, e in quel volume – anche di spessori molto contenuti – riescono a vegetare e a stendere le radici.
La pianta infatti inizierà a stendere le sue radici in senso orizzontale, sfruttando il volume che le è concesso senza poter scendere in profondità

Il granulato nei tetti verdi: l’effetto condensa

La tipologia ideale è un granulato di 30-35mm, una dimensione inferiore rischierebbe di soffocare la pianta, che invece si sviluppa proprio nei vuoti lasciati dai sassi.
E’ importante inoltre che il granulato sia “spezzato”, così che non ci siano pericoli di scivolamento delle pietre per via della forza dell’acqua piovana battente.
Anche questo è un comportamento che le piante hanno in natura e che in Poliflor riportiamo nei nostri sistemi; per i sistemi di verde pensile estensivo – intensivo leggero – la presenza di granulato può fare la differenza.

L’evapostraspirazione: come portare ossigeno nelle città

Una cosa che si sente spesso dire è che innaffiare un tetto verde è uno spreco di acqua, ma non è esattamente così.
O meglio, una sovrabbondanza eccessiva di irrigazione è uno spreco e può portare anche dei problemi nel medio termine, ma il punto da tenere bene a mente è che l’acqua per irrigare i tetti verdi è “utilizzata” per uno scopo ben preciso.

Le piante infatti per immettere ossigeno nell’atmosfera utilizzano l’acqua, la assorbono allo stato liquido e la liberano nell’ambiente attraverso le foglie sotto forma di vapore.
Il passaggio dell’acqua da liquido a vapore è una reazione endotermica che consuma energia e per questo riduce la temperatura dell’ambiente urbano.
Quella energia presente nell’ambiente sotto forma di calore (generato dal Sole) viene consumata e ridotta al contatto con il tetto verde, proprio grazie all’utilizzo della risorsa idrica, grazie all’acqua.
Per fare un esempio basta pensare alla sensazione di freschezza che proviamo passando per un bosco in piena estate: le piante rendono l’ambiente più piacevole utilizzando proprio l’acqua.

Si capisce ora perchè l’irrigazione corretta di un tetto verde non sia da considerarsi uno spreco, quanto più uno strumento che contribuisce a rendere l’ambiente cittadino meno ostile dal punto di vista delle temperature.

Tetto verde Poliflor

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